“Pigrecoterzi”, di Lorenzo Bastianelli: se gli uomini non piacciono agli uomini

pigrecoterzi“Pigrecoterzi”, studio teatrale andato in scena ieri sera sul paclo del Teatro Sperimentale di Ancona nell’ambito dell’iniziativa GAME 3, rappresenta il dramma di un uomo a disagio, un uomo che non ama gli altri uomini, perché gli uomini “si amano, si toccano”. Un uomo per cui tutti gli altri sono delle formiche da guardare dall’alto di un finestra, da una posizione di dominio da cui sembrano solo testuggini, con le gambette che spuntano da sotto le spalle, che le puoi rovesciare e lasciare lì, e stare a vedere come si agitano. L’odio per la propria specie e per la società si trasforma in isolamento e rifiuto totale, fino ad arrivare alla volontà di dominazione. Il protagonista di “Pigrecoterzi” inserisce in tutti i quadri di cui si compone lo spettacolo una violenza strisciante e un profondo malessere, che producono nel pubblico un senso di turbamento: una mente frustrata, che rifiuta di vivere nella società e di adeguarsi ad essa, diventa pericolosa, perché si riempie di volontà di dominio e convinzione di superiorità. “Pigrecoterzi” sono i 60° gradi della rotazione del tamburo di una rivoltella ad ogni colpo. All’inizio dello spettacolo il protagonista ha una pistola in mano, e non spara il colpo contro se stesso, non porta a termine il rifiuto ultimo del mondo e dell’umanità. Un protagonista che è tale solo a metà: sul palco infatti si muove in piena libertà, uscendone e rientrandone con una leggerezza pari al disagio del protagonista, un personaggio che risponde al nome di Erostrato e che sembra determinare il susseguirsi delle scene, quello che è o non è il vero inizio dello spettacolo e la sua fine. Interagisce con il pubblico, sembra sia lui il narratore e il costruttore della storia, il conoscitore più profondo della malata interiorità del protagonista. Erostrato è il nome di un criminale e pastore greco che nel 356 a.C. incendiò e distrusse il tempio di Artemide, una delle sette meraviglie del mondo antico, per rendersi famoso. Gli efesi, suoi concittadini, lo condannarono a morte e decretarono che il suo nome venisse dimenticato. Ma il suo nome è arrivato fino a noi, e addirittura su un palcoscenico: Erostrato ha agito contro la sua specie, distruggendo quella che all’epoca era considerata una delle meraviglie prodotte dall’uomo, ed è scampato alla sua condanna. Forse per questo può permettersi di giocare liberamente con il protagonista di “Pigrecoterzi” e con la sua frustrazione: Erostrato, che sembra averla fatta sotto il naso della specie contro cui ha agito, rappresenta ciò che egli non è riuscito a diventare, ma che aspira ad essere.

Testo di Elena Brilli

“Pigrecoterzi”, di Teatro Sovversivo

regia: Lorenzo Bastianelli

con Novella Palandrani, Carla Giacchella, Emily Bernabei, Rama Pollini, Lorenzo Bastianelli

Leave a comment